“Fantastica” 18a edizione della Quadriennale d’arte di Roma
BRH+ progetta l’allestimento della 18a edizione della Quadriennale d’arte, disegnando le architetture espositive delle mostre “Fantastica” e “I giovani e i maestri. La Quadriennale del 1935″ al Palazzo Esposizioni di Roma.
La Quadriennale d’arte, storica e prestigiosa rassegna dedicata all’arte italiana contemporanea, rivela i contenuti della sua 18a edizione al Palazzo Esposizioni di Roma con un progetto di allestimento firmato BRH+. Il percorso di visita si articola attraverso due grandi mostre: “Fantastica”, dedicata alla scena italiana post Duemila e “I giovani e i maestri: la Quadriennale del 1935”, omaggio all’edizione che segnò una svolta determinante nella storia dell’arte italiana degli anni Trenta. BRH+ progetta un doppio intervento che si misura con il contesto monumentale del Palazzo Esposizioni, interpretando le visioni dei curatori e degli artisti in mostra mediante spazi narrativi tanto rigorosi e calibrati quanto aperti e fluidi.
“Fantastica”
Una mappa plurale della contemporaneità
La grande mostra prende il titolo da un’intuizione di Luca Beatrice, Presidente della Quadriennale scomparso prematuramente nel gennaio 2025, che ha fortemente ispirato questa edizione della rassegna selezionandone i curatori e immaginandola come un’importante occasione di espressione della pluralità di linguaggi della contemporaneità artistica. Allestita al primo livello del Palazzo Esposizioni,”Fantastica” racconta la scena dell’arte contemporanea italiana post Duemila attraverso cinque distinti capitoli espositivi che derivano dalle riflessioni di altrettanti curatori: Luca Massimo
Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi e Alessandra Troncone.
La mostra coinvolge 54 artiste e artisti, con un totale di 187 opere distribuite su oltre 2000 mq; BRH+ traduce questa pluralità in un percorso costituito da dispositivi architettonici senza gerarchie, trasformando gli spazi aulici dello storico Palazzo Esposizioni in un paesaggio narrativo aperto. Il progetto di allestimento è stato concepito come un continuum dinamico che si misura e confronta con la monumentalità neoclassica e la scala gigante del disegno originario di Pio Piacentini per le architetture del Palazzo Esposizioni, introducendo soluzioni che modulano le rigidità distributive originarie, creano relazioni mutue e trasversali tra ambienti solitamente separati e moltiplicano i punti di vista. Gli spazi ospitanti sono messi in relazione diretta, i percorsi di visita resi fluidi, aperti alla possibilità di concedere punti di osservazione spesso molteplici e variabili. Così, ad esempio, l’ambito della grande rotonda centrale del Palazzo nella sezione curata da Francesco Bonami si coniuga con alcune porzioni delle grandi sale vicine, secondo un’idea di progetto che tenta – qui come negli altri casi – di rompere qualsiasi schematicità distributiva, fluidificare le connessioni tra i distinti volumi e organizzare traiettorie di visita alternative tra loro.
Il tema del “guardare e traguardare” è marcato da alcune soglie, da strutture a grande scala – di alluminio e tessuto – che segnalano i passaggi tra le diverse sezioni curatoriali, presenze solide e allo stesso tempo eteree che orientano la visita e propongono una scansione ritmica per episodi del racconto di Fantastica. Trasparenti o opache in ragione del punto di vista dell’osservatore, queste membrane-diaframma traducono l’idea di una simultanea possibilità significativa: unire mentre si separa, connettere nell’istante in cui si sconnette, indizio metaforico di come la specifica, isolata indagine curatoriale sia al contempo parte di un’unica, grande riflessione sull’arte italiana del primo quarto del nuovo secolo che definisce l’intera mostra.
Nel complesso, il progetto di BRH+, si propone come un display essenziale e sensibile, che si relazione alle tante opere d’arte esposte tentando una contraddizione possibile: rivelare la sua presenza e, allo stesso tempo, risultare assente – secondo una sottile e impegnativa ambizione programmatica che desidera definire gli spazi della grande mostra mediante una intermittente vocazione alla contemporanea comparsa e scomparsa dei dispositivi architettonici dell’allestimento.
“I giovani e i maestri. La Quadriennale del 1935”
Un omaggio alla più bella mostra degli anni Trenta
A novant’anni di distanza, l’omaggio alla II° Quadriennale d’arte del 1935, immaginato da Luca Beatrice e curato da Walter Guadagnini restituisce ai visitatori uno dei momenti fondativi della storia dell’arte italiana del Novecento. La colossale mostra del 1935, che all’epoca offrì un panorama dell’arte italiana con circa 1800 opere di più di 700 artisti, viene oggi riproposta attraverso una selezione ragionata di capolavori, a testimonianza del loro ruolo centrale nel definire il clima artistico degli anni Trenta. L’omaggio storico, allestito negli spazi del secondo livello del Palazzo Esposizioni su progetto di BRH+, adotta un registro volutamente differente da quello di “Fantastica”: qui l’intervento si mostra estroverso e volutamente ricco di elementi posti in sintonia attraverso una loro stratificazione e giustapposizione.
Le opere in esposizione si manifestano su una sequenza orizzontale, lineare e progressiva, di plance in legno e di superfici dall’aspetto tessile in un contesto cromatico che si ispira – interpretandoli – ai colori degli importanti allestimenti originali dell’edizione del 1935.
I dipinti e le sculture presenti – tra cui figurano, solo per citarne alcuni, i nomi di autori straordinari come Martini, Marini, De Chirico, Scipione, Sironi, Morandi – congiuntamente con i tanti documenti d’archivio selezionati dall’Archivio Biblioteca della Quadriennale, si susseguono in un percorso dinamico scandito da un fregio fotografico di grande formato che amplifica la dimensione iconografica delle opere e crea un impatto visivo intenso e immediato. Il progetto architettonico di BRH+ e quello grafico, a cura dello Studio Sonnoli, hanno in occasione di questa mostra collettiva un punto di contatto pieno, un’integrazione assoluta, improntata alla ricerca di un segno netto e contemporaneo con cui interpretare la meravigliosa e preziosa visione di un episodio storico tanto ricco di stimoli artistici.
Courtesy: Fondazione La Quadriennale di Roma
Tutte le immagini: © Agostino Osio – Alto Piano
BRH+ progetta l’allestimento della 18a edizione della Quadriennale d’arte, disegnando le architetture espositive delle mostre “Fantastica” e “I giovani e i maestri. La Quadriennale del 1935″ al Palazzo Esposizioni di Roma.
La Quadriennale d’arte, storica e prestigiosa rassegna dedicata all’arte italiana contemporanea, rivela i contenuti della sua 18a edizione al Palazzo Esposizioni di Roma con un progetto di allestimento firmato BRH+. Il percorso di visita si articola attraverso due grandi mostre: “Fantastica”, dedicata alla scena italiana post Duemila e “I giovani e i maestri: la Quadriennale del 1935”, omaggio all’edizione che segnò una svolta determinante nella storia dell’arte italiana degli anni Trenta. BRH+ progetta un doppio intervento che si misura con il contesto monumentale del Palazzo Esposizioni, interpretando le visioni dei curatori e degli artisti in mostra mediante spazi narrativi tanto rigorosi e calibrati quanto aperti e fluidi.
“Fantastica”
Una mappa plurale della contemporaneità
La grande mostra prende il titolo da un’intuizione di Luca Beatrice, Presidente della Quadriennale scomparso prematuramente nel gennaio 2025, che ha fortemente ispirato questa edizione della rassegna selezionandone i curatori e immaginandola come un’importante occasione di espressione della pluralità di linguaggi della contemporaneità artistica. Allestita al primo livello del Palazzo Esposizioni,”Fantastica” racconta la scena dell’arte contemporanea italiana post Duemila attraverso cinque distinti capitoli espositivi che derivano dalle riflessioni di altrettanti curatori: Luca Massimo
Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi e Alessandra Troncone.
La mostra coinvolge 54 artiste e artisti, con un totale di 187 opere distribuite su oltre 2000 mq; BRH+ traduce questa pluralità in un percorso costituito da dispositivi architettonici senza gerarchie, trasformando gli spazi aulici dello storico Palazzo Esposizioni in un paesaggio narrativo aperto. Il progetto di allestimento è stato concepito come un continuum dinamico che si misura e confronta con la monumentalità neoclassica e la scala gigante del disegno originario di Pio Piacentini per le architetture del Palazzo Esposizioni, introducendo soluzioni che modulano le rigidità distributive originarie, creano relazioni mutue e trasversali tra ambienti solitamente separati e moltiplicano i punti di vista. Gli spazi ospitanti sono messi in relazione diretta, i percorsi di visita resi fluidi, aperti alla possibilità di concedere punti di osservazione spesso molteplici e variabili. Così, ad esempio, l’ambito della grande rotonda centrale del Palazzo nella sezione curata da Francesco Bonami si coniuga con alcune porzioni delle grandi sale vicine, secondo un’idea di progetto che tenta – qui come negli altri casi – di rompere qualsiasi schematicità distributiva, fluidificare le connessioni tra i distinti volumi e organizzare traiettorie di visita alternative tra loro.
Il tema del “guardare e traguardare” è marcato da alcune soglie, da strutture a grande scala – di alluminio e tessuto – che segnalano i passaggi tra le diverse sezioni curatoriali, presenze solide e allo stesso tempo eteree che orientano la visita e propongono una scansione ritmica per episodi del racconto di Fantastica. Trasparenti o opache in ragione del punto di vista dell’osservatore, queste membrane-diaframma traducono l’idea di una simultanea possibilità significativa: unire mentre si separa, connettere nell’istante in cui si sconnette, indizio metaforico di come la specifica, isolata indagine curatoriale sia al contempo parte di un’unica, grande riflessione sull’arte italiana del primo quarto del nuovo secolo che definisce l’intera mostra.
Nel complesso, il progetto di BRH+, si propone come un display essenziale e sensibile, che si relazione alle tante opere d’arte esposte tentando una contraddizione possibile: rivelare la sua presenza e, allo stesso tempo, risultare assente – secondo una sottile e impegnativa ambizione programmatica che desidera definire gli spazi della grande mostra mediante una intermittente vocazione alla contemporanea comparsa e scomparsa dei dispositivi architettonici dell’allestimento.
“I giovani e i maestri. La Quadriennale del 1935”
Un omaggio alla più bella mostra degli anni Trenta
A novant’anni di distanza, l’omaggio alla II° Quadriennale d’arte del 1935, immaginato da Luca Beatrice e curato da Walter Guadagnini restituisce ai visitatori uno dei momenti fondativi della storia dell’arte italiana del Novecento. La colossale mostra del 1935, che all’epoca offrì un panorama dell’arte italiana con circa 1800 opere di più di 700 artisti, viene oggi riproposta attraverso una selezione ragionata di capolavori, a testimonianza del loro ruolo centrale nel definire il clima artistico degli anni Trenta. L’omaggio storico, allestito negli spazi del secondo livello del Palazzo Esposizioni su progetto di BRH+, adotta un registro volutamente differente da quello di “Fantastica”: qui l’intervento si mostra estroverso e volutamente ricco di elementi posti in sintonia attraverso una loro stratificazione e giustapposizione.
Le opere in esposizione si manifestano su una sequenza orizzontale, lineare e progressiva, di plance in legno e di superfici dall’aspetto tessile in un contesto cromatico che si ispira – interpretandoli – ai colori degli importanti allestimenti originali dell’edizione del 1935.
I dipinti e le sculture presenti – tra cui figurano, solo per citarne alcuni, i nomi di autori straordinari come Martini, Marini, De Chirico, Scipione, Sironi, Morandi – congiuntamente con i tanti documenti d’archivio selezionati dall’Archivio Biblioteca della Quadriennale, si susseguono in un percorso dinamico scandito da un fregio fotografico di grande formato che amplifica la dimensione iconografica delle opere e crea un impatto visivo intenso e immediato. Il progetto architettonico di BRH+ e quello grafico, a cura dello Studio Sonnoli, hanno in occasione di questa mostra collettiva un punto di contatto pieno, un’integrazione assoluta, improntata alla ricerca di un segno netto e contemporaneo con cui interpretare la meravigliosa e preziosa visione di un episodio storico tanto ricco di stimoli artistici.
Courtesy: Fondazione La Quadriennale di Roma
Tutte le immagini: © Agostino Osio – Alto Piano